Disabilità e diritto all’abitare

Disabilità e diritto all’abitare

Soluzioni di vita indipendente per persone fragili

Per riflettere sul tema di oggi, partiamo citando l’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che riporta:

“Vita indipendente ed inclusione nella società

Gli Stati Parti alla presente Convenzione riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche assicurando che:

(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione;

(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione;

(c) i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni.”

Chi sfoglia le brochure di Aglaya fino all’ultima pagina, si sarà accorto che il nostro slogan è proprio “sentirsi a casa”, un concetto che non è così banale. All’interno delle realtà istituzionali, far sentire gli ospiti “a casa propria” richiede un impegno costante e comporta un lavoro sinergico da parte di tutti i soggetti coinvolti. Tuttavia negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più soluzioni di vita autonoma individuale o in piccolo gruppo, probabilmente grazie al notevole impatto positivo della Legge sul Dopo di Noi di qualche anno fa ed al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli spunti per i nuovi modelli di residenzialità non mancano, ma è importante continuare ad impegnarsi affinché queste alternative diventino un’opzione praticabile per tutti.

LA NOSTRA CHECK-LIST

A favore di un abitare più inclusivo per disabili ed anziani abbiamo stilato una semplice check-list, che può aiutarvi a tenere conto dei passaggi fondamentali.

ASCOLTO DEI REALI BISOGNI DELLE PERSONE FRAGILI

Inserire una o più persone in una nuova realtà di vita, prevede di dover fare i conti con una serie di fattori. Per quanto riguarda le condizioni abitative di partenza, i soggetti dell’intervento possono appartenere a due categorie. La prima è composta da persone che fino a poco tempo prima erano completamente autonome e potrebbero percepire il cambiamento come una limitazione alla propria libertà personale. Il secondo caso è, al contrario, quello di persone abituate a dipendere totalmente dal proprio caregiver, che potrebbero vivere questo passaggio con angoscia e timore. Naturalmente non si può prescindere dall’ascolto delle ambizioni di ognuno. Gli aspetti motivazionali e le aspirazioni personali sono bisogni fondamentali quanto quelli primari ed è importante tenerli in considerazione. Un’analisi accurata dei bisogni delle persone fragili è fondamentale per fornire loro gli strumenti migliori per affrontare il cambiamento con la massima serenità.

GRANDE ATTENZIONE IN FASE PROGETTUALE

La progettazione di un ambiente di vita domestico che garantisca la soddisfazione dei bisogni socio-assistenziali delle persone fragili dovrà tenere in considerazione numerosi aspetti. Per esempio è bene considerare gli spazi a disposizione non dimenticando di eventuali ausili per la deambulazione, suddividere i locali facendo attenzione a riservare una stanza al caregiver, scegliere un immobile accessibile o prevedere l’abbattimento delle barriere architettoniche e così via.

ACCOMPAGNAMENTO DELLA FAMIGLIA

La separazione dalla famiglia di origine e l’uscita dalla zona di comfort che ha visto per molto tempo la persona fragile al centro delle attenzioni e delle cure dei propri familiari non è semplice. È importante affrontare questa delicata fase fornendo loro il giusto supporto psicologico. A tal fine è possibile suggerire ai familiari di intraprendere percorsi strutturati con i professionisti del settore o di rivolgersi ai numerosi sportelli informativi presenti sul territorio. Parallelamente è possibile anche prendere parte ai gruppi di auto-mutuo-aiuto tra pari, che mediante la condivisione delle proprie esperienze aiuta a sentirsi un po’ meno soli.

FORMAZIONE DEI CAREGIVER

La normativa non prevede che chi presta assistenza ad una o più persone fragili presso il proprio domicilio debba avere un titolo di studio che ne attesti le competenze. Tuttavia è bene prevedere un breve percorso formativo per figure come gli assistenti familiari, se possibile focalizzato sulle caratteristiche specifiche degli utenti da seguire.

ASCOLTO DEI REALI BISOGNI DELLE PERSONE FRAGILI

Inserire una o più persone in una nuova realtà di vita, prevede di dover fare i conti con una serie di fattori. Per quanto riguarda le condizioni abitative di partenza, i soggetti dell’intervento possono appartenere a due categorie. La prima è composta da persone che fino a poco tempo prima erano completamente autonome e potrebbero percepire il cambiamento come una limitazione alla propria libertà personale. Il secondo caso è, al contrario, quello di persone abituate a dipendere totalmente dal proprio caregiver, che potrebbero vivere questo passaggio con angoscia e timore. Naturalmente non si può prescindere dall’ascolto delle ambizioni di ognuno. Gli aspetti motivazionali e le aspirazioni personali sono bisogni fondamentali quanto quelli primari ed è importante tenerli in considerazione. Un’analisi accurata dei bisogni delle persone fragili è fondamentale per fornire loro gli strumenti migliori per affrontare il cambiamento con la massima serenità.

L’utilizzo di complementi d’arredo di design, inoltre,  favorisce:

  • il benessere correlato al fatto di trascorrere il proprio tempo in spazi esteticamente piacevoli;
  • la percezione dell’ambiente come un luogo “domestico” e non istituzionalizzato.
GRANDE ATTENZIONE IN FASE PROGETTUALE

La progettazione di un ambiente di vita domestico che garantisca la soddisfazione dei bisogni socio-assistenziali delle persone fragili dovrà tenere in considerazione numerosi aspetti. Per esempio è bene considerare gli spazi a disposizione non dimenticando di eventuali ausili per la deambulazione, suddividere i locali facendo attenzione a riservare una stanza al caregiver, scegliere un immobile accessibile o prevedere l’abbattimento delle barriere architettoniche e così via.

ACCOMPAGNAMENTO DELLA FAMIGLIA

La separazione dalla famiglia di origine e l’uscita dalla zona di comfort che ha visto per molto tempo la persona fragile al centro delle attenzioni e delle cure dei propri familiari non è semplice. È importante affrontare questa delicata fase fornendo loro il giusto supporto psicologico. A tal fine è possibile suggerire ai familiari di intraprendere percorsi strutturati con i professionisti del settore o di rivolgersi ai numerosi sportelli informativi presenti sul territorio. Parallelamente è possibile anche prendere parte ai gruppi di auto-mutuo-aiuto tra pari, che mediante la condivisione delle proprie esperienze aiuta a sentirsi un po’ meno soli.

FORMAZIONE DEI CAREGIVER

La normativa non prevede che chi presta assistenza ad una o più persone fragili presso il proprio domicilio debba avere un titolo di studio che ne attesti le competenze. Tuttavia è bene prevedere un breve percorso formativo per figure come gli assistenti familiari, se possibile focalizzato sulle caratteristiche specifiche degli utenti da seguire.

PREDISPOSIZIONE DI UN AMBIENTE DOMESTICO

In ultimo, certamente non per importanza, trattiamo il tema della valutazione degli arredi, successivo all’ottimizzazione degli aspetti strutturali. In questo caso può essere utile o necessario dotare l’abitazione di soluzioni domotiche ed arredi adattati, che favoriscono una maggiore autonomia. Lo stile dei mobili deve rispecchiare quello di chi vi abiterà, risultando esteticamente piacevole, funzionale ed accogliente.