Doll therapy

Doll Therapy

La terapia della bambola nell’approccio non farmacologico alla fragilità

Gli interventi terapeutici di tipo non farmacologico ormai sono sempre più diffusi per mantenere e potenziare le autonomie delle persone fragili. La terapia della bambola è un approccio che permette all’anziano o al disabile di relazionarsi ad un essere inanimato (con sembianze umane o animali) sperimentando sensazioni ed emozioni. Alcune di queste sono nuove, mentre altre ripercorrono i ricordi di una vita. Questa attività oltre a garantire un benessere personale momentaneo, può fornire preziose chiavi comunicative per approcciare persone con difficoltà linguistiche e disturbi cognitivi.

Gli interventi terapeutici di tipo non farmacologico ormai sono sempre più diffusi per mantenere e potenziare le autonomie delle persone fragili. La terapia della bambola è un approccio che permette all’anziano o al disabile di relazionarsi ad un essere inanimato (con sembianze umane o animali) sperimentando sensazioni ed emozioni. Alcune di queste sono nuove, mentre altre ripercorrono i ricordi di una vita. Questa attività oltre a garantire un benessere personale momentaneo, può fornire preziose chiavi comunicative per approcciare persone con difficoltà linguistiche e disturbi cognitivi.

LE BAMBOLE

A seconda delle necessità degli ospiti e del budget, sono disponibili diversi modelli di bambole. Per quanto riguarda il soggetto, esse rappresentano bambini di diverse età (per lo più neonati) o peluche quali animali da affezione. Rispetto al materiale, si passa dalla semplice pezza all’ecopelliccia, fino ad arrivare al vinile gentle touch, un morbido silicone capace di riprodurre fedelmente le sensazioni tattili della pelle umana. In merito alle funzioni, le bambole più basiche non interagiscono e sono molto delicate, infatti non possono essere esposte ad acqua o altre sostanze. Quelle più realistiche, invece, sono capaci di vere e proprie azioni e reazioni. Possono essere sottoposte ad innumerevoli trattamenti come il bagnetto e l’acconciatura dei capelli ed essere addirittura nutrite. Comunicano attraverso pianti, vagiti, vocalizzi o vere e proprie parole.

LE BAMBOLE

A seconda delle necessità degli ospiti e del budget, sono disponibili diversi modelli di bambole. Per quanto riguarda il soggetto, esse rappresentano bambini di diverse età (per lo più neonati) o peluche quali animali da affezione. Rispetto al materiale, si passa dalla semplice pezza all’ecopelliccia, fino ad arrivare al vinile gentle touch, un morbido silicone capace di riprodurre fedelmente le sensazioni tattili della pelle umana. In merito alle funzioni, le bambole più basiche non interagiscono e sono molto delicate, infatti non possono essere esposte ad acqua o altre sostanze. Quelle più realistiche, invece, sono capaci di vere e proprie azioni e reazioni. Possono essere sottoposte ad innumerevoli trattamenti come il bagnetto e l’acconciatura dei capelli ed essere addirittura nutrite. Comunicano attraverso pianti, vagiti, vocalizzi o vere e proprie parole.

LA STIMOLAZIONE MULTI SENSORIALE

Nella Doll Therapy, la persona che si relaziona con la bambola può sperimentare una nuova sensorialità e rivivere memorie passate con gioia o nostalgia. Questo approccio risulta molto utile sia per chi ha vissuto esperienze quali genitorialità ed altre relazioni familiari che per coloro cui la vita ha riservato percorsi differenti. A partire dal contatto fisico con l’oggetto, capace quasi di animarsi tra le mani delle persone fragili, si vive un’esperienza di calore ed affetto che altre attività non consentono di provare. Le bambole più realistiche garantiscono, inoltre, una completa stimolazione tattile, visiva, acustica ed olfattiva. La pelle è molto simile a quella dei neonati; la cura per i dettagli come le espressioni del volto, le ciglia o le iridi degli occhi rendono quasi impossibile distinguerli, ad un primo sguardo, da un bambino vero. La possibilità che questi bambolotti vengano lavati, cambiati e nutriti ne rappresenta, infine, un aspetto ancora più rilevante per ridurre l’effetto di infantilizzazione di questa attività.

IL SETTING

Come abbiamo imparato nei precedenti articoli, lo strumento cardine dell’attività non è l’unico elemento indispensabile. Il setting di lavoro è altrettanto importante e dev’essere curato nei minimi dettagli. Anzitutto la bambola dev’essere corredata da elementi di contorno noti e di uso comune, come vestiti e scarpine, pannoloni, biberon, bavaglini, pettini e spazzole, culle o passeggini e così via. In secondo luogo, bisogna scegliere attentamente dove svolgere l’attività di doll therapy ed allestire adeguatamente lo spazio, sfruttando gli arredi più funzionali. Qualora vi sia la possibilità di ricavare un angolo per svolgere questa attività all’interno di un salone comune, ne consigliamo una minima compartimentazione, che permetta di raccogliersi (da soli oppure in piccolo gruppo) in un ambiente avvolgente e poco affollato. A questo scopo possono essere utili porte tessili, fioriere con separé e pannelli fonoassorbenti da appoggio. Naturalmente è necessario valutare le abilità fisiche degli ospiti ed evitare di porre ostacoli pericolosi per la loro deambulazione. Un’ottima soluzione per separare provvisoriamente due spazi ma al contempo contenere ed organizzare il materiale dell’attività senza alcun ingombro negli spostamenti, è quella di ricorrere a credenze bifacciali su ruote. Prediligere sedute comode come poltrone relax e divani. Per la scelta dei colori attenersi alle solite indicazioni, favorendo toni tenui e rilassanti.

setting-doll-therapy

LA STIMOLAZIONE MULTI SENSORIALE

Nella Doll Therapy, la persona che si relaziona con la bambola può sperimentare una nuova sensorialità e rivivere memorie passate con gioia o nostalgia. Questo approccio risulta molto utile sia per chi ha vissuto esperienze quali genitorialità ed altre relazioni familiari che per coloro cui la vita ha riservato percorsi differenti. A partire dal contatto fisico con l’oggetto, capace quasi di animarsi tra le mani delle persone fragili, si vive un’esperienza di calore ed affetto che altre attività non consentono di provare. Le bambole più realistiche garantiscono, inoltre, una completa stimolazione tattile, visiva, acustica ed olfattiva. La pelle è molto simile a quella dei neonati; la cura per i dettagli come le espressioni del volto, le ciglia o le iridi degli occhi rendono quasi impossibile distinguerli, ad un primo sguardo, da un bambino vero. La possibilità che questi bambolotti vengano lavati, cambiati e nutriti ne rappresenta, infine, un aspetto ancora più rilevante per ridurre l’effetto di infantilizzazione di questa attività.

LE ATTIVITÀ

Dietro a questo tipo di terapia si celano attività basilari ma preziose, capaci di aiutare sia le persone più autonome che quelle con maggiori difficoltà a livello cognitivo e socio-relazionale. Partiamo dall’analisi del “prendersi cura”. Che il soggetto inanimato sia un animale o un bambino poco importa, ciò che conta è il fatto di poterlo coccolare, tenere in braccio, nutrire e cambiare. Tutti questi gesti hanno un importante valore emotivo, evocativo ed affettivo. Lo svolgimento di attività semplici e ben note, inoltre, aiuta ad identificare e mettere nella giusta sequenza i compiti che le compongono. Questo rappresenta un ottimo alleato nel trattamento delle aprassie. Mettersi in relazione con l’oggetto, ma anche con gli altri ospiti e con gli operatori, permette alle persone fragili di comunicare, anche se sono presenti deficit a livello attentivo e linguistico.  La Doll Therapy e la sua integrazione con gli altri interventi di tipo non farmacologico, favorisce il mantenimento e lo sviluppo di preziose autonomie personali e di gruppo. Qualora apprezzata dagli ospiti, dunque, è assolutamente consigliabile proporla e dunque adattare alcuni ambienti delle vostre strutture ad accogliere anche questi momenti di cura.

LE ATTIVITÀ

Dietro a questo tipo di terapia si celano attività basilari ma preziose, capaci di aiutare sia le persone più autonome che quelle con maggiori difficoltà a livello cognitivo e socio-relazionale. Partiamo dall’analisi del “prendersi cura”. Che il soggetto inanimato sia un animale o un bambino poco importa, ciò che conta è il fatto di poterlo coccolare, tenere in braccio, nutrire e cambiare. Tutti questi gesti hanno un importante valore emotivo, evocativo ed affettivo. Lo svolgimento di attività semplici e ben note, inoltre, aiuta ad identificare e mettere nella giusta sequenza i compiti che le compongono. Questo rappresenta un ottimo alleato nel trattamento delle aprassie. Mettersi in relazione con l’oggetto, ma anche con gli altri ospiti e con gli operatori, permette alle persone fragili di comunicare, anche se sono presenti deficit a livello attentivo e linguistico.  La Doll Therapy e la sua integrazione con gli altri interventi di tipo non farmacologico, favorisce il mantenimento e lo sviluppo di preziose autonomie personali e di gruppo. Qualora apprezzata dagli ospiti, dunque, è assolutamente consigliabile proporla e dunque adattare alcuni ambienti delle vostre strutture ad accogliere anche questi momenti di cura.